Ferragosto, le ferie e l'abitudine degli italiani (jelen idejű igealakokat pótold a szövegben)

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Caro direttore, siamo a Ferragosto e - come ogni anno - negozi, imprese, pubblici servizi e tutti in ferie. Ma è mai possibile un Paese che «chiude per ferie»? In questi giorni dovevo fare delle riparazioni in casa. Ho vagato come un matto a cercare negozi aperti e ditte di artigiani che potessero intervenire. Stessa cosa se si bisogno di una visita medica urgente, di chi ti ripari il computer, e così via. Ma che Paese è il nostro che si ferma per quindici giorni l'anno? Nel resto del mondo tale usanza di andare tutti in ferie nello stesso periodo non . Forse stanno meglio loro.

L' abitudine di andare tutti in ferie in agosto, e specialmente attorno a Ferragosto, è una tradizione tipicamente italiana, che inestirpabile. Se non si va in ferie la settimana di Ferragosto, agli italiani pare di non aver fatto le ferie. E sì che è il periodo dell'anno in cui i prezzi delle vacanze sono più cari, le strade sono ingolfate di traffico, spiagge e montagne di turisti (spesso schiamazzanti, specie se sono italiani). Sono i giorni in cui, andando al ristorante, si è trattati peggio, perché c'è ressa, i tavoli non sono liberi e bisogna aspettare, i camerieri hanno molto da fare e non c'è possibilità di essere seguiti bene. Inoltre non regge nemmeno la scusa del caldo, perché notoriamente (non solo quest'anno che abbiamo avuto una settimana di Ferragosto orrenda, con pioggia e freddo) le temperature sono più basse di luglio dove nelle ultime due settimane si raggiunge il picco dell'afa, e sarebbe meglio godersi il fresco delle montagne o delle rive di un lago, invece che starsene a lavorare, magari senz'aria condizionata.
Nonostante l'attitudine italica al «Ferragosto chiuso per ferie» desti la sorpresa meraviglia di tutti gli stranieri, che in molti casi si interrompere anche ogni tipo di rapporto d'affari e di comunicazione con l'Italia, non c'è ragione che tenga: agli italiani così. Ed è il retaggio di un'epoca in cui dominante erano la società agricola e il lavoro nei campi, come è stato nel nostro Paese fino ai primi anni Cinquanta. Del resto «le ferie d'agosto» risalgono alla notte dei tempi, addirittura all'Impero romano di Cesare Augusto, prima della nascita di Cristo. Nel 18 a.C. l'imperatore romano Augusto istituì, appunto le «feriae Augusti», cioè il «riposo di Augusto», da cui è nato il Ferragosto. E l'imperatore diede il nome a tutto il mese: ecco perché si chiama agosto. Quella era la ragione, che è durata nei secoli ed è stata mutuata in pieno dall'Italia contadina. La metà di agosto era il tempo in cui i contadini potevano concedersi di tirare il fiato, dopo le fatiche della lavorazione della terra e della mietitura del grano e prima della vendemmia e della semina autunnale.
Così la consuetudine è rimasta anche in un'epoca diversa come la nostra, in una civiltà post-industriale e del terziario diffuso. È un'eredità del passato che oggi avrebbe poco senso e anzi presenta un sacco di inconvenienti prima citati. Ma gli italiani non rinunciarvi. Perciò non che augurare: buon Ferragosto a tutti, a dispetto della ressa con cui ci troveremo magari a dover fare i conti oggi.
(http://www.ladige.it)